Petizion Eletroniche pe Democrazie Lenghistiche


Lettera aperta ai deputati & senatori:


In nome dei diritti umani e del pluralismo linguistico: non costituzionalizzate l'italiano come unica lingua ufficiale.

Egregi deputati e senatori, abbiamo saputo che alcuni vostri colleghi di An, ma anche Verdi come l'on. Boato, hanno presentato diversi disegni di legge costituzionale in discussione in questi giorni, per riconoscere la lingua italiana, come unica lingua ufficiale della Repubblica. Se questo progetto venisse approvato, rappresenterebbe una violazione dei diritti umani delle comunità regionali, delle minoranze etniche presenti all'interno dello stato italiano, che non potrebbero più veder riconosciuti pienamente i loro diritti fondamentali. Anche la legge sulle minoranze linguistiche approvata nel 1999 verrebbe messa seriamente in discussione. Una legge che è apprezzata, tanto in Friuli, oltre l'80% degli studenti ha optato volontariamente per l'insegnamento del friulano tanto per fare un piccolo esempio. Queste controriforme sono un passo indietro per i diritti dei Sardi, Friulani, Occitani, Ladini, Germanofoni, Francofoni, minoranze albanesi o greche ecc.. Approvando tali proposte, si negherebbe inoltre la possibilità ad altre comunità regionali di procedere ad un riconoscimento ufficiale delle proprie lingue. Come è il caso di quella veneta, piemontese, che hanno già chiesto tramite le loro istituzioni democraticamente elette, tale sacrosanto diritto. Oppure il voto democratico dei consigli regionali di Veneto e Piemonte non conta nulla?

Ma citiamo l'esempio della Regione Emilia Romagna, dove una legge del 1994 promuove la tutela delle parlate locali. Anche in questa regione, se venisse costituzionalizzata la lingua italiana, le attività nelle lingue locali (teatro, corsi scolastici, opuscoli ecc..) potrebbero essere considerate "illegali" ed "anticostituzionali" da qualche giudice.

E che dire del teatro e canzone napoletana, della lingua siciliana? Considerarle di serie B o non considerarle affatto è una mancanza di rispetto. E se questo nazionalismo italiano si ripercuotesse anche sulle lingue degli altri paesi dell'Unione Europea (inglese, tedesco, spagnolo, olandese, greco)? Tutto questo succedeva durante la dittatura fascista di Benito Mussolini e si ripeterà in maniera strisciante se passeranno queste proposte nazionaliste. Il plurilinguismo, il riconoscimento delle diversità, fanno parte della Democrazia e sono uno dei pilastri fondamentali dell'Unione Europea. Secondo l'Unesco, che recentemente ha lanciato l'allarme per la salvaguardia di oltre 3000 lingue in pericolo nel mondo, all'interno dello stato italiano si parlano decine di lingue native! Ve ne rendiamo noto un primo elenco, tratto dallo studio "Unesco Red Book On Endangered Languages", redatto in lingua inglese dal Prof. Tapani Salminen dell'Università di Helsinki, affinchè possiate rendervi conto personalmente che se tale legge venisse approvata, la Repubblica Italiana condannerebbe a morte dal punto di vista legale la diversità linguistica presente sul proprio territorio:
"Sloven, Molise Croatian, Alemannic (inc. Swiss German), Bavarian (inc. Austrian German), Cimbrian, Algherese Catalan, Occitan, Francoprovencal, Ladin, Friulan, Gallurese Sardinian, Logudorese Sardinian, Campidanese Sardinian, Sassarese Sardinian, Piedmontese, Ligurian, Lombard,
Emilian (inc. Romagnol), Venetian, Corsican, Tuscan Italian, Italkian, South Italian (inc. Napoletan), Sicilian, Romani, French".

A questo elenco aggiungiamo gli studi dello statunitense "the Ethnologue", un centro di missionari religiosi che raccolgono documenti sulle lingue di tutto il mondo, dove si citano anche altre realtà come la lingua Romagnola, utilizzata sul sito dell'ONU, dove la Dichiarazione dei diritti umani è tradotta per la Repubblica di San Marino e la Romagna in questo idioma.

Per non parlare dell'appello firmato dal oltre 50 linguisti da tutta europa al presidente Ciampi diffuso nel 2000, per il riconoscimento di tutte le realtà linguistiche regionali e minoritarie oltre a quelle già riconosciute dalla legge sulle minoranze del '99. La lingua veicolare della Repubblica Italiana è certamente l'Italiano, nessuno vuole abolirla, ma nessuno di noi vuole perdere la propria lingua madre.

Da La Patrie dal Friul, Marc 2002
Matteo Incerti (coordinatore petizione)