La perfetta padronanza del dialetto, abbinata ad una ricerca mai retorica
dei propri ricordi contadini, costituisce per l'Autore la base di partenza
di questo libro, che «racconta» la struttura grammaticale, i
particolari, le sfumature, i segreti dello strumento espressivo della
gente di Romagna e che si affianca validamente, senza invaderne il campo,
alle opere di recupero e di studio delle «tradizioni popolari».
Non sfugge a nessuno, infatti, che anche il popolo romagnolo, come gli
altri sottoposto da tempo a svariate forme di violenza culturale, si sta
gradualmente ed irrimediabilmente spossessando del proprio patrimonio
linguistico.
E', questa, la prima tappa di un viaggio spazio-temporale appena
delineato che, partendo da un'area geograficamente ristretta, potrà
ampliarsi estendendo l'indagine alle altre parlate della regione
romagnola, per offrire uno strumento di consultazione a quanti mirano, per
dirla con Tullio de Mauro, al «...recupero delle capacità di espressione
in dialetto non come alternativa, ma come complemento alla crescita delle
generali capacità espressive, non come anti-italiano o come cultura
alternativa e simili, ma come componente di un movimento di
riappropriazione dell'intero patrimonio espressivo e culturale
tradizionale...»
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