1.
Può darsi che sia
dipeso dalle demolizioni. Del resto le demolizioni ebbero anche un grosso
effetto su di me. Mi sentii diverso. Prima, nonostante i quindici anni di
permanenza in quel quartiere, mi sembrava di vivere in una situazione provvisoria.
Infatti spesso, tornando a casa, mi chiedevo se realmente abitassi lì.
Alcuni se lo chiedono per un po' di giorni, io me lo chiedevo da quindici
anni. Però se non abitavo lì dove abitavo allora? Finiva che abitavo
sempre al mio paese sull'Appennino che avevo lasciato da vent'anni. Adesso
che stavano distruggendo le vecchie case accatastate e le baracche e i
depositi delle corriere proprio attorno al mio condominio capivo che
portavano via quella zona del piazzale che io conoscevo meno e che restava
nel mio cervello come qualcosa di oscuro e misterioso. C'era più
chiarezza nella mia testa e così cominciai sempre più a rendermi conto
che abitavo a Roma e non altrove.
Quando i bulldozer e le altre macchine color arancio cominciarono a
fracassare i vecchi capannoni che servivano da deposito per le corriere,
dall'altra parte del grande slargo il palazzo della pretura era ultimato e
già cominciava a funzionare.
I bulldozer ci hanno messo tre giorni a rovesciare i muri per terra e in
quei tre giorni continuavano a uscire le corriere, sempre quelle più
vecchie, che sembravano scarafaggi...[...]
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