Tonino
Guerra:
Piove
sul diluvio
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Pagine tratte da: Tonino
Guerra, Piove sul diluvio, Pietroneno Capitani Editore, Rimini, 1997. (fonte)
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Luglio
Il sole rovente caduto a terra
Sabato 6 - Siamo arrivati ad Artek, centro internazionale di vacanza per
la gioventù, sotto la guida attenta di Mikail Sidorenko. A piedi fino a
Gurzuf, il borgo che si snoda per vari vicoli fino ad arrivare alle
spiagge sassose. Le vecchie case tartare chiudono una parte di cielo con
balconi di legno. In fondo a uno di questi vicoli, dopo un percorso su un
sentiero di cemento granuloso, si arriva alla villa che Cechov comprò con
tremila rubli nel '900 e qui iniziò a scrivere "Le Tre
sorelle". Il mare si infrange contro le rocce di una baia protetta da
uno sperone massiccio. La piccola loggia ripara dalla pioggia e dal sole e
ti mostra il giardinetto con i due cipressi, il cespuglio di canne d'india
e i fiori variopinti. Il richiamo di un gabbiano passato sulla casa ha
dato vita anche al gabbiano di stoffa fissato sul tappetino appeso alla
parete sulla quale si appoggia il lettuccio di ferro usato dal grande
artista ammalato di tisi. Nel giardino ho cercato di fermarmi nei punti
che avrebbe potuto scegliere lui e così, coi suoi occhi, ho visto il
disordine del mare nella baia e le piante cariche di verde assolato.
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Dicembre
Con le parole delle favole sul fuoco
Lunedì 2 - Mi ero alzato dalla poltrona per andare a chiudere la porta
socchiusa dello studio e mi sono fermato a guardare la parte della cucina
che si intravedeva oltre la fessura. Da quella distanza i vecchi sifoni in
fila sulla mensola erano macchie colorate molto festose nella luce grigia
di quell'ambiente. Così ho scoperto un punto raro dal quale notare
qualcosa all'interno della casa. Mi sono chiesto da quante angolazioni
diverse avrei potuto scoprirmi.
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T'una fofograféa d'un
giurnèl
a m so vést al spali
e' paréva quèlli de mi ba.
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In una fotografia su un
giornale
mi sono visto le spalle
e mi parevano quelle di mio padre.
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Mercoledì 4 - L'altra sera
la nebbia copriva la valle e arrivava ad appoggiarsi ai rami del nespolo
proprio al di là dei vetri della finestra. Tutto era scomparso attorno a
casa e i rumori avevano perso la loro nitidezza e correvano da qualche
parte bagnati e con poca risonanza. O magari si allungavano come se
qualcuno li tirasse per i capelli. Insomma stavo con gli occhi dentro a
questa cenere e ogni tanto proiettavo fuori dalla memoria pensieri
colorati.
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Domenica 15 - Ogni volta
che qualcuno mette occhi nei segreti dell'universo e diminuisce il mistero
che ci circonda, fa delle crepe nella traballante costruzione per
sorreggere le mie incertezze assetate di oscurità. Più dubbi ci sono e
maggiori sono le possibilità di rifugio per le menti impaurite. Non butto
gli occhi nei vicoli della certezza.
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Dal vólti ènca al mi
poeséi
u m pèr dla ròba vècia...
U i vréa dal paróli s-ciolti
senza stória cumè ch 'a fóss
un òm che sta par murói
e intènt e'smòla
di saléut purséa me mònd.
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A volte anche le mie poesie
mi sembrano roba vecchia...
Ci vorrebbero delle parole sciolte
senza storia come se fossi
un uomo che sta per morire
e intanto molla dei saluti al mondo.
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Giovedì 19 - La notizia
della morte di Mastroianni mi è arrivata poco fa a Pennabilli ma non è
stata una pugnalata al cuore perché già da mesi l'aspettavo e la
soffrivo. Mi sono sentito pieno di stupore perché finalmente scoprivo il
silenzio totale. Qualcosa che mi fioriva dentro e cancellava i rumori e i
suoni del mondo, come stava facendo la neve davanti a me che cadeva nella
valle.
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