L'eunuco cieco
Il vecchio eunuco che
era stato guardiano di uno degli harem del principe di Bukara visse da
solo fino al 1970 in un giardino di rose vicino a Turcul, poco lontano dal
cimitero dove seppellivano i morti conficcando le scale nelle buche.
Era cieco e si godeva la vita sentendo il profumo dei suoi fiori. Un
giorno qualcuno gli rubò tutte le rose facendone un grande fascio da
vendere al mercato di Samarcanda. Il cieco lo inseguì nel deserto e il
ladro, a un certo punto, lasciò cadere il mazzo e corse zigzagando per
disorientare il cieco che miracolosamente intuiva. Non si accorse che
l'eunuco seguiva l'odore delle rose che gli si era appiccicato addosso.
D'improvviso gli arrivarono le sue dita nodose attorno al collo e gli
chiusero l'aria che respirava.
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Sette messaggi
I
Signor sindaco, questa
è la Piazza di sempre, insomma questi sono i muri. La vita, invece, col
tempo è cambiata. Devo farmi da lontano per arrivare al nocciolo
principale dei miei messaggi. So che un tempo qui c'erano campi e orti e
poi lo spazio fu chiuso per creare il punto d'incontro degli abitanti che
fuggivano dal quartiere medievale, in alto. Così tutte le farfalle e
anche gli scarabei, le vespe e gli uccelli selvatici scomparvero da questo
quadrato di terra ridotto ormai a un crocevia di strette di mano, di
incontri, di biciclette, di automobili. Ricordo d'aver visto da bambino il
vento che ancora alzava la polvere della Piazza Grande, e la neve che
d'inverno rigava il cielo con voce morbida, e chiudeva la bocca i rumori.
Allora si stava attorno alla Piazza con la schiena contro i muri o sotto i
portici a guardare felici quella festa che univa i corpi. Adesso la
meraviglia si è ristretta nei rettangoli delle finestre o è chiusa oltre
gli sportelli delle macchine. Chi ci può chiamare a raccolta in Piazza
Grande? Quale suono di campane occorre per far godere lo spettacolo a
tutti assieme? La neve non è per un uomo solo chiuso nella sua gabbia di
paura.
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